La vera conquista era sentirsi bella, perché di diventarlo erano capaci tutte". La Donna mediterranea, e non solo, esprime bellezza attraverso lo sguardo e le curve del suo corpo. Armoniosa e piena di vita. Parliamo di una bellezza autentica, fatta di unicità, di diversità, di quel valore aggiunto che non ha nulla a che vedere con l’aspetto fisico. Un orgoglio contro tutte le forme di body-shaming.
Ed è proprio di bellezza in tutte le sue
forme che oggi parliamo con Adelaide Barigozzi, giornalista milanese
e scrittrice di due romanzi gialli: “Vico dell' Amor perfetto” e
“Una sfilata rosso sangue”. Abbiamo intervistato per voi Adelaide
chiedendole innanzitutto cos'è per lei la bellezza?....
Mi fa piacere che tu mi
chieda cos’ è la bellezza “per me”, perché penso sia
innanzitutto una visione personale: ciascuno ne ha una propria idea,
che riflette cultura, educazione e, purtroppo, spesso anche
pregiudizi e imposizioni sociali. Per me la bellezza di una donna,
perché è di questo che parliamo, esprime innanzitutto armonia tra
l’ essere e l’ apparire e, quindi, amore per se stessa. Per molti
anni ci siamo viste imporre da mass media, industria della moda e
pubblicità un unico modello estetico, magrissimo, longilineo e
androgeno, fra l’ altro lontanissimo dalle forme tipiche della donna
mediterranea, e questo ha indotto molte a sentirsi a disagio con il
proprio corpo, ma oggi vedo diffondersi una nuova consapevolezza. Se
inizialmente la rete e i social hanno fatto da detonatore a questo
disagio innescando il body shaming, oggi offrono sempre più spazio a
voci, volti e corpi che rivendicano la molteplicità della bellezza.
Adelaide, nei tuoi due romanzi gialli, “Vico dell' Amor perfetto” e “Una
sfilata rosso sangue”, presenti al lettore tre amiche nonché
proprietarie della "Boutique tutta curve" per taglie forti,
Clara, Patti e Rosanna occupate a risolvere omicidi ambientati nel
pianerottolo del palazzo che ospita la loro boutique e ancora nel
dietro le quinte delle passerelle della Moda Milanese. Come mai hai
scelto il binomio taglie forti e Moda? Ancora oggi la Moda continua a
normalizzare la magrezza o qualcosa è cambiato?
Lavoro come giornalista
in un settore, quello dei periodici femminili (al momento sono
redattore a Cosmopolitan), che per anni si è fatto portavoce dei
diktat della magrezza, specie nella moda. Per fortuna molte cose
stanno cambiando, anche se c’è ancora tanto da fare, e nel mio
piccolo ho voluto dare un mio contributo. È un tema cui tengo
particolarmente e ho voluto trattarlo con ironia utilizzando la
struttura narrativa di un giallo, genere che amo da sempre. È così
che è nata l’ idea di tre amiche diversamente rotonde che aprono
una boutique dove l’ ideale di bellezza non ha limiti di taglia e il
trionfo di un corpo abbondante viene celebrato con vestiti colorati e
sensuali, invece di venire censurato da punitivi strati di camicioni
informi, come spesso si è indotte a fare. Mi sono divertita a
rovesciare gli stereotipi.
I due romanzi raccontano
le avventure ricche di insidie, sospetti e finzioni che troveranno
una soluzione soltanto grazie alle tre socie curvy . Clara è una
donna che si sente bella nonostante le sue curve, un esempio di Body
Positive. Nell' epoca in cui la bellezza in serie viene ostentata
sempre di più attraverso i social, un meccanismo in grado di mettere
in crisi molte donne, come si può sfuggire a questa omologazione, a
questo obbligo di rispondere a dei valori estetici che non
rispecchiano quelli della realtà?
Si sta diffondendo una nuova consapevolezza e
questo proprio grazie al movimento body positive e alle tante
attiviste, tra cui diverse influencer e modelle curvy che rivendicano
la bellezza over size. Idealmente, penso che le mie protagoniste
possano farne parte. È una vera rivoluzione che sta invadendo i
social a iniziare da Instagram, quello che in passato ha più
celebrato un’ immagine stereotipata del corpo femminile, e che oggi
invece ospita tantissime testimonianze di come ci si possa sentire
belle a prescindere da taglia, patologie fisiche e menomazioni.
Possiamo affermare che lo
scatto perfetto non esiste esiste piuttosto una ricerca spasmodica di
questo, dietro al quale, spesso si nasconde l’insicurezza di chi
non si accetta abbastanza e cerca consenso e gratificazioni
attraverso i complimenti e i “like” degli altri. Nel tuo romanzo
“ Una sfilata rosso sangue” ad un certo punto Clara si trova a
pensare quanto lavoro ci sia dietro la bellezza, e questo la
conforta, perchè arriva alla consapevolezza che la bellezza non è
altro che un trucco ben riuscito. Per Clara essere Curvy è questo:
ovvero essere una donna che non deve per forza "truccarsi"
per apparire diversamente dalla persona che è in realtà?
È indubbio che l’uso
massiccio dei social può indurre a dipendere dal giudizio degli
altri, ma naturalmente se perdiamo di vista la nostra autenticità,
così come quella degli altri, rischiamo di cadere nella rete di un
mondo fittizio e inconcludente. I social, come qualsiasi strumento,
bisogna saperli utilizzare. E se usati nel modo giusto, non per
promuovere un’ idea falsa di se stessi ma per esempio per fare rete
e creare solidarietà e inclusione, come è accaduto in tanti gruppi
su FB nei giorni più duri del lockdown, possono rivelarsi preziosi.
Detto questo, per Clara scoprire che dietro la moda c’è così
tanto lavoro – il back stage di una sfilata, che sia curvy o meno,
è davvero una fucina infernale – è confortante perché capisce
che la bellezza autentica esprime un’ interiorità che trucchi,
abiti e accessori devono solo illuminare, senza tradire. Come scrivo
nel libo: “La vera conquista era sentirsi bella, perché di
diventarlo erano capaci tutte”.
Nel primo romanzo “Vico
dell’amor perfetto” troviamo la prefazione del grandissimo
regista, sceneggiatore e scrittore turco Ferzan Ozpetek, il quale
scrive:“ C’è l’amore, c’è l’amicizia, c’è la volontà
di sorridere sempre nonostante tutto senza mai prendersi troppo sul
serio.” Sicuramente Clara, Patti e Rosanna hanno qualche chiletto in
più ma questo per loro non è un problema, la loro bellezza sta nel
non prendersi sul serio, hanno una grandissima voglia di vivere, ed
un forte desiderio di crearsi nuove opportunità andando al di là
delle apparenti difficoltà e credendo nella propria passione ovvero
la moda dedicata a donne che come loro vogliono piacersi sempre. Quale
messaggio le tre donne curvy vogliono lasciare alle nostre lettrici
che faticano ad accettare il proprio corpo e a credere nelle proprie
capacità?
Quando ho iniziato a
scrivere questo romanzo mi trovavo in una situazione difficile. La
testata per cui lavoravo aveva chiuso e mi sono ritrovata senza
lavoro. Oltretutto, mi ero appena separata e avevo una figlia
piccola. Mi sono rifugiata nella scrittura per trovare conforto.
Giustamente Ferzan Ozpetek, che non finirò mai di ringraziare per la
sua bellissima prefazione, sottolinea la volontà di sorridere sempre
nonostante tutto come un elemento centrale del libro, ed è il
principio che mi ha guidata anche nel costruire le personalità pur
differenti di Clara, Patti e Rosanna, le tre protagoniste. Per loro
le difficoltà sono una sfida da cogliere. Quanto all’ accettazione
del corpo curvy, è un problema che nemmeno si pongono, perché nel
loro mondo essere rotonde è bello. Più che un messaggio, credo
possano offrire un esempio. Di sorellanza, aiuto reciproco,
solidarietà. Come nei rapporti veri d’ amicizia, non mancano i
litigi e le divergenze d’ opinione, ma alla fine vince la voglia di
portare avanti un progetto comune, di condividere ciascuna le proprie
abilità e di mescolare serietà e leggerezza.
Di recente abbiamo visto
su Instagram la challenge “WomenSupportWomen” per supportare
l' empowerment femminile, la positività della forza delle donne,
unite, solidali. Le protagoniste dei tuoi romanzi sono donne e sono
amiche, si supportano a vicenda, cosa che spesso non accade nel mondo
patinato e pieno di bellezza artefatta che le passerelle della Moda
ci mostrano. Il tuo voler mettere a confronto i due mondi vuole
essere un messaggio per le tue lettrici? Se si quale?
In realtà quello
della moda, pur con le sue contraddizioni e una certa superficialità
dettata dall’ estetica dell’ apparenza, è un mondo molto concreto
e professionale pieno di donne in gamba che sanno fare rete
realizzando progetti importanti in un contesto, quello
dell’ imprenditoria italiana, tuttora dominato dagli uomini. Può
sembrare un settore effimero, ma oltre a essere tra i più importanti
nell’ industria del nostro paese, è un laboratorio di arte e
creatività al femminile. Il made in Italy migliore è fatto anche di
artigiane, sarte, designer, esperte di marketing, imprenditrici
coraggiose. Purtroppo a causa dell’ emergenza sanitaria e del
lockdown sta attraversando una profonda crisi, ma sono certa che si
riprenderà, e lo farà anche grazie a queste donne capaci e
determinate.
Hai già pensato di dare
un seguito alle tue tre “Signore in Giallo” dalle curve morbide?
Ci sto pensando, ma per
il momento è ancora work in progress. Sto lavorando su alcune idee,
ma Clara, Patti e Rosanna, come è già successo, potrebbero
suggerirmene delle altre.