Se sei donna, prima o poi ti ritroverai sul ring della vita, con i guantoni ben stretti e un avversario imbattibile all’ angolo opposto: la misoginia.
È
inevitabile ricevere più colpi di quanti riuscirai a sferrarne. Se
sei donna, e il tuo avversario ti massacra da generazioni,
probabilmente non puoi far altro che piegarti, no? Troppo spesso si
è pensato che questa fosse la soluzione giusta per il genere
femminile: smettere di provare a cambiare le cose, adattarsi alla sua
condizione di essere inferiore.
Non è così!! Non
è questa la soluzione perchè essere Donna non non vuol dire essere
contenibile, limitabile, ingabbiabile. Non lo è per niente. Vanessa
Strabla, conosciuta nel mondo dei Book Blogger di Instagram come
@libridifuoco, oggi ci presenta le storie di cinque donne, raccontate
rispettivamente in cinque libri, che testimoniano all' intero genere
femminile, la scelta di camminare controcorrente.
Vanessa ci rivela :“Accompagnare queste Donne nel loro percorso è stato catartico: nel mio riflesso, dopo aver letto le loro vite, non vedo più solamente i miei lineamenti, ma anche i loro e quelli di tutte le donne che, in modo prepotente o delicato, hanno trovato il coraggio di ribellarsi."
“La figlia della
libertà” – Luca Di Fulvio
“L’errore –
sempre – era sottovalutare quello che animali e persone erano
capaci di fare. Perché c’erano animali e persone che non si
rassegnavano mai. Certe volpi erano capaci di staccarsi a morsi la
zampa imprigionata nella tagliola pur di guadagnare la libertà. E
quella ragazzina era così. Come una volpe. A guardarla non le
avresti dato un soldo. Invece aveva una forza straordinaria.”
Trama: Raechel, sguardo
vispo nascosto da un cespuglio di ricci scuri e crespi, sogna di
diventare libraia, nonostante nel suo villaggio, sepolto dalla neve
della steppa russa, alle ragazze non sia permesso neanche leggere.
Rosetta ha ereditato un pezzo di terra, ma subisce ogni giorno le
angherie dei suoi compaesani, convinti che una donna sola e bella non
possa restare troppo tempo senza un marito a cui sottomettersi.
Rocco, figlio di un uomo d’onore, è costretto a una scelta: se non
vuole morire, deve diventare anche lui un mafioso. Tutti e tre sanno
che c’è un solo modo per essere liberi: fuggire al di là
dell’oceano. Arrivano a Buenos Aires per ricominciare, ma
l’Argentina è terra di nessuno: per sopravvivere, gli emigranti
accettano anche ciò che sembra inaccettabile, e sono le donne a
pagare il prezzo più alto, in una città piena di uomini soli e
senza scrupoli. Ma Raechel, Rocco e Rosetta sono pronti a tutto per
salvarsi ancora una volta e finalmente, a vivere senza
paura.
"Un libro necessario per entrare in contatto con la parte più umana che ci portiamo dentro, balsamo per le ferite e vento per le nostre ali."
“Tra cielo e terra” –
Paula McLain.
“E che gloria ne
ricaveresti? Chi saprebbe delle tue prodezze?”
“Io.”
Trama: Nel 1904, i
Clutterbuck lasciano l’Inghilterra e raggiungono Nairobi, e da lì
la “terra imperiale” che Charles Clutterbuck ha comprato a buon
prezzo. Due anni dopo Clara, la moglie di Charles, compra un
biglietto di ritorno per sé e per Dickie, il figlio maggiore di
cagionevole salute. L’Africa è troppo dura per lei, dice. Alla
stazione di Nairobi bacia la piccola Beryl, rimasta sola col padre, e
la esorta a essere forte. Quale sia il destino di Beryl, è scritto
nel rapido susseguirsi degli eventi che segnano la sua vita: la
guerra, il fallimento della fattoria paterna, il matrimonio con Jock
Purves, la scelta di diventare la prima donna con la licenza di
addestratrice di cavalli al mondo. Ma, soprattutto, il fatidico
incontro con Karen Blixen, la misteriosa baronessa danese che
gestisce una piantagione di caffè da sola, mentre il marito va a
caccia di rinoceronti, e l’amore per l’affascinante amante della
baronessa, Denys Finch Hatton, organizzatore di safari e aviatore.
Sarà proprio Denys a trasmetterle l’attrazione per il volo, che
farà di Beryl la prima donna a sorvolare l’Atlantico senza scali,
sola, nel 1936.
"Paula McLain è un' autrice dal talento straordinario: in ogni sua opera dipinge donne di una forza incredibile che scelgono di rinunciare all' amore non necessariamente in nome della propria indipendenza. Beryl ha il fuoco dentro di sé, ed è impossibile non accorgersene. Basta leggere le prime dieci pagine di questo libro per capire che stiamo per fare un viaggio indimenticabile."
“Attraversare i muri”
– Marina Abramovic
Trama: Nel 2010, il MoMA
dedicò a Marina Abramovic una celebrazione di quasi cinquant'anni di
performance art rivoluzionaria. Figlia di genitori comunisti, eroi di
guerra sotto il regime di Tito nella Jugoslavia postbellica, Marina
Abramovic fu cresciuta secondo una ferrea etica del lavoro. Agli
esordi della sua carriera artistica internazionale viveva ancora con
la madre e sotto il suo totale controllo, obbedendo a un rigido
coprifuoco che la costringeva a rincasare entro le dieci di sera. Ma
nulla poté placare la sua insaziabile curiosità, il suo desiderio
di entrare in contatto con la gente e il suo senso dell' umorismo:
tutto ciò che ancora oggi la contraddistingue e dà forma alla sua
vita. Al cuore di “Attraversare i muri” c'è la storia d' amore
con il collega Ulay: una relazione sentimentale e professionale
durata dodici anni, molti dei quali passati a bordo di un furgone
viaggiando attraverso l'Europa, senza un soldo.
"La storia di Marina Abramovic, commovente, epica e ironica, parla di un' incomparabile carriera artistica che spinge il corpo oltre i limiti della paura, del dolore, dello sfinimento e del pericolo, in una ricerca assoluta della trasformazione emotiva e spirituale. Marina è, a tutti gli effetti, una voce: nitida, chiara e pungente. Una freccia pronta a colpire, in grado di arrivare dritta dritta al cuore dei suoi spettatori."
"La storia di Marina Abramovic, commovente, epica e ironica, parla di un' incomparabile carriera artistica che spinge il corpo oltre i limiti della paura, del dolore, dello sfinimento e del pericolo, in una ricerca assoluta della trasformazione emotiva e spirituale. Marina è, a tutti gli effetti, una voce: nitida, chiara e pungente. Una freccia pronta a colpire, in grado di arrivare dritta dritta al cuore dei suoi spettatori."
“L’animale femmina”
– Emanuela Canepa
“Per molto tempo non
ho avuto il coraggio di farlo. Poi mi sono detta che dovevo tentare,
e alla fine ci sono riuscita. Perché sapevo che là dentro sarei
morta. E io invece volevo vivere.”
Trama: Rosita è scappata
dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per
andare a studiare a Padova. Dopo sette anni si rende conto di non
aver concluso molto. Il lavoro che le serve per mantenersi l’ha
penalizzata con gli esami. La vigilia di Natale conosce per caso un
anziano avvocato che in qualche modo si interessa a lei e alla sua
situazione. Decide di assumerla come segretaria part-time ma in
ufficio comincia a tormentarla con discorsi misogini, finendo con
l’esercitare su di lei una manipolazione, velata ma costante, in
grado di trasformarla. Rosita, imparerà che è proprio all' interno di una
gabbia che, paradossalmente, a volte si impara a essere liberi.
“L’animale femmina”
è un libro molto delicato, che va a pungere nei punti giusti, proprio come
l’etichetta del nuovo maglione che abbiamo appena acquistato: un
fastidio leggero ma continuo, che ci fa prudere la pelle e si insinua
tra i nostri pensieri finchè non riusciamo a liberarcene."
“La linea del colore”
– Igiaba Scego
“Ogni colore le fu
cancellato di dosso. Le rimasero una vaga traccia di madreperla negli
occhi spaventati e il nero della sua pelle d’ebano. Il nero non la
voleva abbandonare. “Non ti lascerò mai” le prometteva il nero,
resistendo ai fendenti che gli arrivavano da ogni parte con ferocia.
E Lafanu si aggrappò con tutte le sue forze a quella sua pelle da
africana mezza nativa, come se fosse l’unica scialuppa a
disposizione nei paraggi.”
Trama: Febbraio 1887, in
Italia giunge la notizia di cinquecento soldati italiani uccisi a
Dògali, in Eritrea, dalle truppe etiopi che cercano di contrastarne
le mire coloniali. Un’ondata di sdegno invade la città. In quel
momento Lafanu Brown sta rientrando dalla sua passeggiata: è una
pittrice americana da anni cittadina di Roma e la sua pelle è nera.
Su di lei si riversa la rabbia della folla, finché un uomo la porta
in salvo. È a lui che Lafanu decide di raccontarsi: la nascita in
una tribù indiana Chippewa, l’ abolizionismo e la violenza,
l’ incontro con la sua mentore, fino alla grande scelta di salire su
un piroscafo diretta verso l’ Europa, in un viaggio alla ricerca
della bellezza e dell’ indipendenza. Nella figura di Lafanu si
uniscono le vite di due donne afrodiscendenti realmente esistite: la
scultrice Edmonia Lewis e l’ ostetrica e attivista Sarah Parker
Remond, giunte in Italia dagli Stati Uniti dove fino alla guerra
civile i neri non erano nemmeno considerati cittadini.
"Igiaba Scego, racchiude nelle pagine del suo romanzo, vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale, almeno sulla carta, tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.
Mai come in questo
momento storico è necessario interrogarci sul mondo che vorremmo
abitare domani. Queste pagine sono capaci di una magia rara: farci
provare veramente cosa significa vivere le ingiustizie in nome di un
colore, e se a questo sommiamo, l’essere nata donna: piegarsi sarebbe
stato comprensibile, eppure Lafanu non cede, mai."